Confronto Burnout: Paradise su PS3 e Xbox360

;D ;D

comprato stamattina per PS3, detto che su per giù le due versioni delle due console sono uguali, tranne forse un po di cali nella versione xbox360, almeno dalle demo che ho provato era così, il gioco merita molto e una cosa in più noi utenti sony di cui possiamo vantarci rispetto ai xboxari c'è, cioè la possibilità di usare la funzione di movimento del nostro pad per sterzare e/o fare gli avvitamenti e acrobazie durante i salti

WOW!

:sisi:

Quando non si sa più cosa dire...

Vabè consolati, la X360 è la piattaforma naturale per burnout.

disperazione

In effetti è vero
Se a qualcuno piace, c'è questa funzione in più

Ultimamente questo genere di cose piace.

C'è chi ci ha costruito una console attorno...

anchio preso per PS3, totalmente soddisfatto.

infatti lo dimostrano le vendite del Wii

Già, infatti il Wii ha tutto quel che serve per far girare Burnout paradise eccetto...
...eccetto Burnout paradise...

Che sia perchè il resto dell'hardware del Wii è troppo limitato ?

Ha tutto quel che serve per vendere
Forse l'HW pompato non è tutto per far divertire milioni di giapponesi.

Certo...

...ed infatti il Wii si rivolge solo al pubblico giapponese...
...ed infatti nessuno si risentirà se i suoi €250 di Wii non gli permetteranno di giocare a Burnout...

La "decadenza" (termine molto in voga ultimamente) di Nintendo stà proprio nella tua prima frase "ha tutto quel che serve per vendere".

Strano, credevo che la console che vende di più fosse la più apprezzata (Ps1, Ps2)

Si, ora c'è solo da trovare un altra console che si focalizzi quasi esclusivamente sui panarielli per fare il paragone.

Take me down to the Paradise City, where the grass is green and the girls are pretty

La serie di Burnout è riuscita a ritagliarsi il suo spazio nel panorama videoludico grazie ad una formula vincente, affinata nel corso di diversi episodi. Molte software house avrebbe continuato a seguire la scia di successo, riproponendo in diverse salse lo stesso gameplay. Non è il caso dei Criterion, che con il nuovo Burnout Paradise stravolgono una meccanica di gioco che sembrava ormai acquisita, osando con coraggio una formula inedita per la serie.


Il concetto di libertà videoludica, codificato dall'ormai storico Grand Theft Auto, è stato applicato con successo alla meccanica di Burnout: in particolare, avremo un’intera, vastissima città tutta per noi, l’immaginaria Paradise City, in cui godremo totale libertà d’azione, e saremo noi a scegliere se, dove e quando attivare un evento o una gara. In particolare, ad ogni incrocio della città, potremo attivare uno dei tanti eventi offerti dal gioco (non tutti disponibili da subito, ma sbloccabili), dalle gare di corsa (da un punto A ad un punto B, a noi la scelta delle strade da imboccare), ai frenetici Takedown, in cui dovremo eliminare fisicamente il maggior numero di avversari: situazione che si ribalta nella modalità Uomo nel Mirino, in cui diverremo preda degli avversari che cercheranno (tutti contro uno) di farci schiantare.


L’aggressiva e coriacea IA, con manovre poco prevedibili e incalzanti, offre un ottimo livello di sfida, e la difficoltà dinamica di ogni evento garantisce la taratura ottimale sulle capacità del giocatore. Le vittorie conseguite negli eventi ci faranno guadagnare punti utili a migliorare il nostro tipo di patente, ma soprattutto alimenteranno il nostro parco auto con nuove e fiammanti vetture, di cui potremo disporre solo dopo averle individuate per le strade della città e distrutte.
Uno degli aspetti frustranti del gioco è che per ripetere un evento, occorre tornare al semaforo in cui era stato attivato. Spesso può capitare di ritrovarsi al lato opposto della città, e non a tutti potrebbe far piacere ripercorrere chilometri e chilometri per tentare di nuovo la sfida: d’altronde la mancanza dell’opzione di ‘Riprova’ al termine di un evento potrebbe essere voluta come penale per la sconfitta.


Non saremo mai obbligati a prendere parte agli eventi. Potremo scegliere di esplorare liberamente Paradise City, dalla splendida zona costiera alla campagna più interna, passando per i trafficati tratti urbani. Potremo dare la caccia alle centinaia di segreti nascosti nella città (salti sulle rampe, scorciatoie e aree nascoste, bersagli da distruggere e tanto altro). Oppure potremo cimentarci nella modalità Showtime, attivabile in ogni momento (persino durante gli eventi), in cui dovremo cercare di controllare lo schianto della nostra auto, cercando di fare più danni possibile: le strade molto trafficate saranno il terreno ideale e gli autobus fermi a lato delle strade moltiplicheranno il nostro punteggio.

Dal punto di vista tecnico, lo sviluppo nativo su PS3 (e non un mero porting) mostra evidenti benefici. Anche se l’hardware dell’ammiraglia Sony può toccare vette più alte di realismo e qualità, il comparto grafico di Burnout Paradise comincia a mostrare le vere potenzialità della PS3.Quello che stupisce maggiormente è la velocità e la fluidità raggiunta, senza mai ombra di rallentamenti o incertezze grafiche. Il design delle auto è pulitissimo, curato ed estremamente realistico (specie durante le collisioni), e non è da meno il design della città: Paradise City è uno spettacolo per gli occhi, ricchissima di dettagli, ostacoli, strade fitte ed intricate come possono esserlo quelle di una città reale.


Sul versante audio si arriva a sfiorare la perfezione, a partire dall’eccezionale colonna sonora rock & hard rock, con mostri sacri come Guns ‘N’ Roses (la loro Paradise City è la titletrack del gioco), Alice in Chains e tantissimi altri. Un piccolo tocco di classe vi aspetta quando abbandonerete il controller: dopo qualche decina di secondi, visuale in bianco e nero in volo sulla città, accompagnata delle più famose composizioni di musica classica. Gli effetti sonori rappresentano una delle colonne portanti del gioco, fondamentali alla miglior fruizione possibile della guida, ma soprattutto degli spettacolari incidenti: le gomme che stridono, le lamiere che si contorcono, i vetri che s’infrangono, tutto possiede un suono realistico e credibile. Infine, il gioco è accompagnato da una sorta di radio con annessa deejay, che ci introdurrà gli eventi e ci farà compagnia tra una canzone e l’altra: la voce femminile è localizzata e la doppiatrice scelta è convincente ed ha una voce suadente, ma mai stucchevole.

Non poteva certo mancare il multiplayer. Nonostante sulla stessa console non sia possibile giocare in due, si possono ingaggiare sfide o con altre PS3 collegate in locale, o via internet: in ogni momento, con la semplice pressione di un tasto, si accede ad un’interfaccia intuitiva e funzionale, con la quale potremo connetterci alla rete, vedere chi dei nostri amici è on line, partecipare agli eventi creati apposta per il multigiocatore (anche in cooperazione). Integrazione anche con la PlayStation Eye, che oltre a consentire di aggiungere la propria foto alla patente, svolge la funzione di Crash Cam: catturerà l’espressione dei vostri amici nell’istante della sconfitta, e potrete collezionare come trofei le loro facce amareggiate...

Inutile dire che con queste premesse, la longevità è alle stelle. Il gioco in single player offre tanti obiettivi (che tra eventi principali e segreti secondari si contano nell’ordine delle migliaia) e molte autovetture da conquistare; quello in multiplayer offre possibilità mai viste fino ad oggi (le modalità cooperative sono una feature eccezionale) e una grande varietà di possibilità ludiche. Inoltre EA Games ci ha assicurato che il gioco sarà curato e seguito con il rilascio di add-on, che mostreranno ben più di un asso nella manica.


Per quanto riguarda le piccole differenze tra le versioni Sony e Microsoft di Burnout Paradise, se la versione PS3 può vantare una qualità grafica leggermente superiore e un controller più performante, la versione Xbox 360 si difende molto bene sul versante grafico e garantisce un’esperienza di gioco praticamente identica. Inoltre possiede una feature aggiuntiva che manca alla versione PS3: la soundtrack è customizzabile, potremo dunque utilizzare le nostre canzoni preferite come colonna sonora delle sfide a Paradise City.

CONCLUSIONI

Criterion offre alla platea videoludica un nuovo modo di giocare a Burnout e una prospettiva differente per i giochi di guida arcade in generale. La libertà che si gode a Paradise City non deluderà i fan della formula classica della serie, e ne conquisterà sicuramente una nuova, larga fetta. A suggellare il tutto, una versione PS3 pregevole ed assai curata, che dimostra i pregi dello sviluppo nativo rispetto al porting.


fonte: nipoxxxxxx

E' un vero peccato per le custom soundtrack imho... speriamo che quando sony si deciderà a implementare la xmb ingame rilasceranno una patch...

Scusa, ma c'era proprio bisogno di aprire un nuovo thread?
comunque la funzione delle canzoni è stata implementata, sta ai ragazzi di Criterion renderla disponibile nel gioco.

Va beh, mi sembra una cosa di poco conto tutto sommato, sebbene comoda.


unisco all'altro thread

ops!!!!!!!!! ,gira meglio sulla ps3!!!!!!!!!!!!!
aspettiamo i pareri dei boxari...........ci siete?????????

ma che hai letto?rileggi bene,non dice che gira meglio su ps3 in confronto con la x360,ma che gira meglio rispetto aver programmato nativamente che fatto un porting.,